Addio ciuccio

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Finalmente è arrivato il momento. Che l’operazione ciuccio abbia inizio. Sabato sera, 2 luglio, è cominciata l’avventura. Tanto semplice è stato togliere il pannolino nell’estate 2014, (Andrea aveva due anni e nel giro di tre settimane pipi, popò e dopo un mese via anche quello della notte, davvero non dico cavolate!), tanto me la sta facendo sudare con il ciuccio. Questa sarà la terza volta che ci provo. Nelle situazioni precedenti, però, non ero convinta io al 100%, lui lo capiva, e si tornava sempre al punto di partenza.

Andrea, fin da piccolissimo, era un ciuccio-dipendente e in alcuni casi era un toccasana per le nostre orecchie! Ad essere sinceri, gliel’ho insistentemente propinato fino a farglielo amare e renderli inseparabili. Dove c’era Andrea sta sicuro che compariva, prima o poi, anche il ciuccio. Guai a dimenticarselo a casa! Potevamo rischiare delle crisi isteriche con conseguente urli tipo “voglio il ciuuuccioooooo!”

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Addio ciuccio

 

 

Quando era proprio piccolo, trovava conforto nel ciucciare “a manetta” 😂 e io mi incantavo a guardarlo (devo avere ancora qualche video caricato sul vecchio cellulare). Mentre ciucciava i miei occhi sorridevano ed erano a forma di cuore. La figata era che si calmava nel giro di pochi secondi.

 

 

 

C’è stato un periodo tra i due e i tre anni che si era attaccato in modo proprio morboso al ciuccio (ora invece lo tiene solo per la nanna). Me lo chiedeva ovunque, in macchina tra uno spostamento e l’altro, sul divano a guardare la TV,  addirittura quando giocava con altri bambini! Dimenticavo, anche in vasca! Io, lì, non ho mai ceduto glielo facevo appoggiare sul mobile del bagno ma un secondo dopo averlo lavato zac…se lo riprendeva signorino mano lesta!  Secondo me il motivo era uno solo. Avendo tolto il pannolino si era affezionato ancor di più al ciuccio per sentirsi maggiormente sicuro e tranquillo!

Ma veniamo a noi.

Del tutto inutile, in quest’ ultimo anno, continuare a ripetergli che gli faceva venire le carie e i denti storti, con conseguente visita obbligata dal dentista sottocasa. Beh nominare il dentista un po’ gli faceva effetto ma solo tre secondi di terrore sul suo viso, poi uno sghignazzo e via. Si ricominciava come prima.

Ho provato a raccontargli che il ciuccio, una volta grandicelli, bisognava darlo ai bimbi piccoli e proprio in concomitanza della nascita di Emma (la secondogenita di Ilaria nata a Giugno dell’anno scorso) ho tentato l’impresa. Siamo andati anche a comprare la scatolina apposita, che ovviamente poi è rimasta vuota, per poterglielo regalare. Alla sera tutto entusiasta ha preso la scatolina e abbiamo fatto un bel pacchettino regalo.

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Addio ciuccio

Andrea mi aveva detto “Mamma ricordati di darglielo ad Ilaria e deve dire a Emma che gliel’ho regalato io, perchè è una bimba piccola”. Penso, ok ci siamo. Anzi no.
Sembrava fatta e invece nisba.

NADA DE NADA. Troppo semplice eh!

Infatti dopo nemmeno mezz’ora, giusto in tempo per arrivare al momento della nanna della sera… mamma ciuccio. O cacchio. Ti pareva.

Andre, gliel’abbiamo regalato a Emma ricordi? Risposta: “E mamma, ma lei adesso è troppo piccola e non lo usa, io sì”. Spiazzata alla grande ed ho ceduto nuovamente.

Insomma poi è cominciato il primo anno di asilo (direi che la parola giusta è calvario) dove, tra pianti disperati con conseguenti malattie varie ripetute a cadenza di massimo due settimane consecutive di frequentazione, non me la sono sentita di farlo piangere anche per questo motivo. Qui non ero pronta io, tra invece le svariate raccomandazioni da parte di mio padre e di mia suocera che continuavano a ribadire che era ora di toglierlo. Come se io non lo sapessi!

Un’altra occasione mi si è presentata al ritorno dal mare a Loano a fine Aprile. Prima di caricare le valigie, in accordo con Simone, abbiamo deciso di dirgli che l’avevamo dimenticato nella casa al mare. Stranamente in macchina non l’aveva chiesto. Un pò ha giocato e un pò ha mangiato. Il problema si è presentato all’arrivo a casa, per il suo riposino pomeridiano. Pianto isterico. Dopo una settimana al mare portato per farlo star meglio (lì si è ripreso alla grande), trascorsa tra Aerosol e antibiotico, non ce l’ho fatta proprio.
Anche perchè con il pianto davvero disperato, il naso gli colava in modo incredibile. No no, basta ammalarsi di nuovo. E niente, voi che avreste fatto al posto mio? Non me la sono sentita. Altro tentativo fallito.

Ovviamente, avendo Andrea compiuto quattro anni, ha tutta la dentatura ben formata e cosa può accadere quando si mette in bocca il ciuccio già così grandi? Che si tagli.
Ed è proprio quello che è successo, forse mi è stata servita la soluzione sul il piatto d’argento! Al ritorno dal nostro viaggio ad Ibiza fatto a metà Giugno, mi ero promessa di riprovarci.  In aereo gliel’ho lasciato per via dell’altezza e per evitare che si tappassero le orecchie (però l’ha tenuto relativamente poco era impegnato a mangiare e guardare fuori dal finestrino 😅 ), ma dopo non ci sono state più scusanti.

E arriviamo a dieci giorni fa quando, pronti per andare a nanna, questo benedetto ciuccio gli cade dalla bocca. Lo raccolgo per sciacquarlo e mi rendo conto che è davvero messo male, è rotto nella parte superiore.

Prendo coraggio e dico: “Andrea mi dispiace ma basta ciuccio è pericoloso. Se si stacca, soffochi e muori”.
A:”No mamma non voglio soffocare, e giù lacrime 😭.

Da quel momento sono passati dei giorni dove le prime notti sono state da paura, fa nulla se i nonni gli hanno fatto il regalo tanto atteso (un camper, viaggiatore anche nei giochi😂) per complimentarsi con lui. La prima notte non so quante ore di sonno ho perso, sembrava posseduto non riusciva a stare fermo e a rilassarsi. Continuava a ripetermi che non poteva dormire senza e rimaneva seduto sul letto. Non so come la pazienza si sia impadronita di me. Le notti successive però sono andate sempre meglio. Con la lettura del suo libro preferito e le preghiere per diverse volte mi è andata bene ed crollato. Le ultime sere, invece, ritorna sul divano e con una dose massiccia di coccole si addormenta. Anche se ogni tanto mi chiede ancora “Mamma il mio ciuccio c’è ancora?”.
Già perchè non l’ha buttato, lo tiene nel suo contenitore, lo vede rotto e si rassegna.

Da una parte sono contenta e soddisfatta di me stessa per la costanza che questa volta sono riuscita a mantenere. Dall’altra mi prende un pò di malinconia perchè, alla fine, il mio bimbo sta crescendo e troppo in fretta. Però è giusto che sia così.

Quindi possiamo dirlo ufficialmente, in data 2 luglio… Addio ciuccio (e ciucci vari😉)! 😄

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Addio ciuccio

Irene ▪ viaggi da mamme ▪ 

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