Questa è la prima sera, da quando è nato Andrea, che non dormiamo, io e lui, sotto lo stesso tetto. Dopo aver espresso più volte il desiderio di trascorrere una notte a casa dei nonni (dai miei suoceri) eccolo qui il momento tanto atteso. Dopo cena Simone l’ha accompagnato dai suoi genitori. Pronto, lì davanti alla porta, ed entusiasta.
Ormai è diventato un piccolo ometto, ha in mano lo zainetto dove all’interno c’è il suo pigiamino e l’amico inseparabile della notte Winny the Pooh. Un bacio grosso, un abbraccio forte e lui che mi dice “Mamma, non preoccuparti, fai finta che io sia qui.”
Certo, come no.
A volte mi lascia senza parole, come in questo caso. Fa presto lui a parlare. Una lacrimuccia, dopo aver chiuso la porta, mi è scappata sono sincera.
Voi direte “Che figata, dai che fate per una sera ancora i fidanzati”. Peccato che ci siano 800mila cose da fare prima, arretrate da chissà quanto tempo del tipo:
1° aggiustare l’asse del water che è scassata da due mesi
2° cambiare la lampadina della cabina bruciata da settimane
3° stirare una marea di cose (molte camicie di Simone, io non amo particolarmente stirare)
4° mettere in ordine tutti i giochi lasciati in giro dal nanerottolo tanto “Mamma, tanto poi ci pensi tu” 😤
5° riuscire a fare quel famoso bonifico altrimenti sono guai 😨
6° provare l’abito da portare alla sarta per farlo accorciare
Potrei continuare con altri punti ma ve li risparmio.
Alla fine di tutto, ci si può rilassare sul divano. Ok, che si fa? Guardiamo un film. Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che ne abbiamo visto uno dall’inizio alla fine. Oramai in televisione scorrono solo cartoni animati. Eppure regna un silenzio strano, quando terminiamo di parlare io e Simone. Non siamo interrotti da nessuno, si riesce a concludere un discorso e chi ha figli sa cosa voglio dire.
Davvero non ricordo più come trascorrevo le mie giornate prima del suo arrivo. So solo che ora riempie tutti i giorni la mia vita e non ne posso più fare a meno. È una droga.
Questa sera mi sono mancate le 1250 volte che chiama “Mamma”, ogni volta che non riesce a trovare qualche gioco in particolare. Manca incantarmi a guardarlo, senza che lui lo sappia, mentre gioca a fare l’agente segreto Andrea. O ancora quando giochiamo a nascondino. Si nasconde dietro la tenda (trasparente) e diventando invisibile io non riesco proprio a trovarlo 😂.
Penso che sia necessario, prima o poi, lasciar provare al bimbo di andare a dormire dai nonni. Certo è faticoso doversi separare. Però serve per renderlo più sicuro di sé, un modo per far crescere la sua identità e dargli la possibilità di fare le sue prime esperienze di autonomia.
Tutto giusto e corretto però, permettetemelo, non vedo l’ora che sia domani per poterlo riabbracciare e sbaciucchiare 😍.
Irene ▪ viaggi da mamme ▪
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