Sono una mamma da taglio cesareo

Posted on
Sono una mamma da taglio cesareo

Come sfatare il mito che il taglio cesareo sia un parto di serie B

Sono una mamma di due bambini. Due cesarei. Due motivazioni differenti.

La prima gravidanza l’ho vissuta come un sogno. Inaspettata. Non ho rinunciato a nulla della mia vita perché “la gravidanza non è mica una malattia”. 

Sono una mamma da taglio cesareo: la prima gravidanza

Durante la prima gravidanza avevo un molto tempo a disposizione che utilizzavo per programmare ogni minimo dettaglio.  Parto compreso!

Ma la vita si sa non è fatta di soli programmi , anzi, spesso di imprevisti.

Il mio imprevisto è arrivato a 30 settimane: rischio di parto pre-termine. Tradotto : riposo assoluto. Il mio mondo si è fermato. E tutto ha cominciato a prendere una forma diversa.

Poi è arrivato il giorno in cui ho rotto naturalmente le acque. E  sembrava fosse il giusto epilogo.

Ma no!

Le contrazioni non arrivavano e quindi dopo due induzioni e due giorni di attesa hanno deciso di farmi un cesareo per non rischiare complicazioni. Dal parto in acqua che avevo sognato, mi sono ritrovata da sola, in una sala operatoria, ad aspettare di incrociare quegli occhi che per nove mesi avevo sognato di guardare.

Al momento, sfatta dalla stanchezza, l’ho anche ritenuta la soluzione ottimale.

Terminata l’operazione, abbracciato Nicolò e calata l’adrenalina, mi sono trovata in camera,  senza potermi alzare , senza potermi muovere, con un catetere per fare pipi’, una flebo e un taglio da 13 punti. Full optional, praticamente!

Sono una mamma da taglio cesareo
Sono una mamma da taglio cesareo

Non vi racconto il giorno successivo la fatica per alzarsi e andare in bagno.
Ma vi racconto invece la fatica per camminare e raggiungere la  nursery i giorni successivi. Dovevo prendermi cura di una creatura, ma avrei avuto bisogno di qualcuno che curasse me!

Sono stata ricoverata per 10 giorni.
Non per Nicolò, ma perché non c’era giorno che quel maledetto termometro non segnasse 37.5 di temperatura. Anche le infermiere di reparto tifavano per me al momento di provarla.

Quando sono tornata a casa, per settimane non mi sono guardata la ferita. Le medicazioni me le faceva mio marito. Non ho voluto vedere quando mi hanno asportato i punti.

Non lo volevo accettare.

Una gran fatica dopo. Una ripresa post intervento chirurgico a tutti gli effetti.

Ma io non sentivo di aver fatto il mio dovere di madre.

Mi vergognavo.

Perché non avevo passato interminabili ore di doloroso travaglio. Non avevo sofferto mettendo al mondo mio figlio.

E perché la natura vuole che tu faccia nascere tuo figlio tra il  dolore e la fatica. Non di certo “comodamente” sdraiata su un lettino.

Un senso di colpa che ho faticato a superare soprattutto perché, si sa, gli sbalzi ormonali post parto non aiutano.

Sono una mamma da taglio cesareo
Sono una mamma da taglio cesareo

Sono una mamma da taglio cesareo: la seconda gravidanza

La seconda gravidanza è stata un’altra storia.

Mi è sfuggita quasi di mano. Occupata a non turbare la sensibilità di Nicolò praticamente da subito, in un batter di ciglia siamo arrivati alla 36^ settimana e un ricovero d’urgenza per colestasi gravidica.

Terapia in ospedale e, caso beffardo  della vita, il giorno dopo il mio compleanno Emma si affaccia alla vita preannunciano un parto naturale. “Il mio riscatto” avrei pensato quattro anni prima.

Ma il protocollo non permette un parto naturale dopo un cesareo. E così altra cicatrice. 14 punti.

Il giorno dopo mi sono alzata senza problemi e ho camminato sin da subito.

Il dolore c’era, ma non mi sono data per vinta. Indubbiamente c ‘era una motivazione in più,  Nicolò,  ma sicuramente una consapevolezza diversa.

Tornata a casa mi sono guardata allo specchio e ho studiato la ferita. Me la sono medicata. E addirittura mi facevo da sola le punture. Nessun senso di colpa nonostante gli sbalzi ormonali post partum e credetemi li ho avuti! Chi mi è stato vicino lo sa!

Sono una mamma da taglio cesareo
Sono una mamma da taglio cesareo

Sono una mamma da taglio cesareo: io, oggi

Oggi sono un’orgogliosa madre di due figli nati con due cesarei.

Due tagli differenti.

Due cicatrici differenti.

Due ricordi differenti.

Un’unica consapevolezza.

 Madre non si nasce, si diventa. Il mio motto.

Non esiste parto di serie A, quello vaginale,  o parto di serie B, quello cesareo.

Per me esistono solo due modi diversi di mettere al mondo le creature che il nostro mondo lo diventeranno.

E questa storia la racconto perché la delusione e la frustrazione che ho provato è stata un vincolo all’emozione più bella e più importante, quella di diventare madre.

La racconto per tutte le madri che si sono sentite dire: “naturale?” “no, cesareo”, “Ah….”

Per tutte quelle madri che si sono sentite dire che non hanno sofferto abbastanza o che con il cesareo non si soffre.

E la racconto per tutte quelle mamme che come me si sono sentite incomplete.

E la voglio raccontare per dire loro che non sarà sempre così.  Il dolore fisico passa, quello emotivo anche. E io devo dire grazie proprio ai miei figli che ogni giorno mi fanno sentire mamma al 100% e non a metà .

“Il parto deve essere il tuo più grande successo, non la tua più grande paura. ” (Jane Weideman)

Ilaria  ▪ viaggi da mamme ▪

0 Comments

Leave a comment